domenica 16 giugno 2013

Di storie e di istantanee

Discutevo con un'amica disperata per un problema al lavoro. Per due volte ha dovuto far spostare le riunioni che erano state fissate alle 18, cioe' l'orario a cui lei (da contratto) dovrebbe uscire dall'ufficio. Alla fine, tutte abbiamo vissuto, per esperienza diretta o indiretta, queste cose.

Noi viviamo le giornate come delle storie, come è giusto che sia. E gli altri, di noi, vedono dei "fotogrammi", delle istantanee che non rendono ragione di tutto. Non tutti hanno il tempo, la voglia e la capacità di andare oltre l'istantanea.

Così capita che la riunione del mattino venga spostata alle tre e mezza del pomeriggio. Ok ce la faccio, ce la faccio lo stesso, pensi tu che alle quattro te ne dovresti andare perché hai il part-time. Ok, stavolta non lo dico nemmeno, lo chiedo alla baby-sitter, di stare un po' di più. Bene, dice lei, rimango; ma alle cinque devo proprio andare. OK. No problem. TANTO io arrivo per quell'ora, figurati.

Arrivano le tre e mezza. Tre e 35. Tre e 40. Tre e un 45. Non si comincia, perché uno dei colleghi non arriva. Certo, sudi freddo, però vuoi mantenere un'apparenza "professionale". Non è bello distinguersi dagli altri e doversi giustificare tutte le volte per i figli..

Tre e 55. Il collega arriva (finalmente!). Mentre gli altri salutano, tu hai un solo pensiero: me ne d-e-v-o andare. Lo pensi ma non lo dici, è chiaro. Oggi non vuoi fare la figura della solita collega-con-figli che rompe le uova nel paniere. Altri dieci minuti di chiacchere per rompere il ghiaccio, un caffé... Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh. Non si comincia mai...

Stai già dando segni di impazienza? Io si, lo starei facendo. Tipo mordicchiare la penna, guardare il ritardatario con occhio assassino... Comunque sia, a un certo punto lo devi dire: io alle quattro e mezza devo andare. È mezz'ora dopo l'orario normale (ma questo fa parte della tua storia, non dell'istantanea che si vede: inutile dirlo).

Gelo e sguardi scocciati. L'istantanea è: donna-madre isterica interrompe una riunione in cui gli altri erano rilassati e concentrati. E non è che sia falso, perché tu sei isterica – a quel punto!

Secondo me (così ho detto alla  mia amica), rendersi conto della differenza tra storie e istantanee aiuta. Noi pretendiamo, a volte, che gli altri ricostruiscano la nostra storia intera partendo da un album con due o tre istantanee. E noi magari non lo facciamo – nella storia che vi ho raccontato, perché quel collega era in ritardo? Non ci interessava, perché in quel momento il nostro problema era un altro... Eppure anche lui avrà avuto la sua storia.

Non voglio teorizzare l’incomunicabilità tra le persone.. Solo ogni tanto, penso, bisognerebbe chiedere quello che è giusto e farsi meno problemi, guardando con un po’ di ironia la fatica che tutti facciamo a capire la prospettiva dell’altro...


Buon lunedi' e buona settimana!

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