Altissima, magrissima e soprattutto VIOLA, il colore delle "principePPe".
Ecco. Un bel disegno che fa passare ogni crisi.
Ieri uscivo di corsa (strano) e, per qualche misteriosa ragione, la mia preziosissima collanina di perline di plastica che avevo comprato in the UK ha deciso di rompersi. Uno scroscio di perline (erano diversi fili) su tutto l'ascensore, il pianerottolo e dentro la carrozzina di Fagiolo.
La collanina non valeva niente ma l'episodio sarebbe stato la tipica cosa che mi mette di pessimo umore.... Se non avessi avuto la mia piccola principePPa al fianco. "Sai", mi dice, "queste cose ciucciedono (succedono). Mi e' ciuccesso anche a me, con il braccialetto delle principeppe. Quello rosa sai? Quello era bello!"
lunedì 17 giugno 2013
domenica 16 giugno 2013
Di storie e di istantanee
Discutevo con un'amica disperata per
un problema al lavoro. Per due volte ha dovuto far spostare le riunioni che
erano state fissate alle 18, cioe' l'orario a cui lei (da contratto) dovrebbe
uscire dall'ufficio. Alla fine, tutte abbiamo vissuto, per esperienza diretta o
indiretta, queste cose.
Noi viviamo le
giornate come delle storie,
come è giusto che sia. E gli altri, di noi, vedono dei "fotogrammi",
delle istantanee che non rendono ragione di tutto.
Non tutti hanno il tempo, la voglia e la capacità di andare oltre l'istantanea.
Così capita che la
riunione del mattino venga spostata alle tre e mezza del pomeriggio. Ok ce la
faccio, ce la faccio lo stesso, pensi tu che alle quattro te ne dovresti andare
perché hai il part-time. Ok, stavolta non lo dico nemmeno, lo chiedo alla baby-sitter,
di stare un po' di più. Bene, dice lei, rimango; ma alle cinque devo proprio
andare. OK. No problem. TANTO io arrivo per quell'ora, figurati.
Arrivano le tre e
mezza. Tre e 35. Tre e 40. Tre e un 45. Non si comincia, perché uno dei
colleghi non arriva. Certo, sudi freddo, però vuoi mantenere un'apparenza
"professionale". Non è bello distinguersi dagli altri e doversi
giustificare tutte le volte per i figli..
Tre e 55. Il collega arriva
(finalmente!). Mentre gli altri salutano, tu hai un solo pensiero: me ne
d-e-v-o andare. Lo pensi ma non lo dici, è chiaro. Oggi non vuoi fare la figura
della solita collega-con-figli che rompe le uova nel paniere. Altri dieci
minuti di chiacchere per rompere il ghiaccio, un caffé... Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh.
Non si comincia mai...
Stai già dando segni
di impazienza? Io si, lo starei facendo. Tipo mordicchiare la penna, guardare
il ritardatario con occhio assassino... Comunque sia, a un certo punto lo devi
dire: io alle quattro e mezza devo andare. È mezz'ora dopo l'orario normale (ma
questo fa parte della tua storia, non dell'istantanea che si vede: inutile
dirlo).
Gelo e sguardi
scocciati. L'istantanea è: donna-madre
isterica interrompe una riunione in cui gli altri erano rilassati e concentrati.
E non è che sia falso, perché tu sei isterica – a quel punto!
Secondo me (così ho
detto alla mia amica), rendersi conto della differenza tra storie e
istantanee aiuta. Noi pretendiamo, a
volte, che gli altri ricostruiscano la nostra storia intera partendo da un album
con due o tre istantanee. E noi magari non lo facciamo – nella storia che
vi ho raccontato, perché quel collega era in ritardo? Non ci interessava, perché
in quel momento il nostro problema era un altro... Eppure anche lui avrà avuto
la sua storia.
Non voglio teorizzare l’incomunicabilità
tra le persone.. Solo ogni tanto, penso, bisognerebbe chiedere quello che è
giusto e farsi meno problemi, guardando con un po’ di ironia la fatica che
tutti facciamo a capire la prospettiva dell’altro...
Buon lunedi' e buona
settimana!
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Lavorare stanca,
Mamme al lavoro
venerdì 14 giugno 2013
ALLE RADICI DELLA CRISI (il libro da portare sotto l'ombrellone :-)
A tutte le mamme in tempi di crisi: arriva il libro dell'estate
(THE book for your summer - A review in English will follow asap)
L’intera
redazione di Mamme in tempi di crisi (io e Fagiolo) ha partecipato stamattina alla
presentazione del libro “Alle radici della crisi. Le ragioni politiche,
economiche e culturali di un processo ancora reversibile” (a cura di G. Sapelli
e G. Vittadini, Rizzoli BUR 2013). La Fondazione per la Sussidiarietà, che ha
organizzato la presentazione, ci piace perché sono tra i pochissimi a guardare la
crisi come un’opportunità e un momento da vivere.
I relatori, che
ci hanno incuriositi non poco, dicono che questo libro serve per guardare a
questa crisi “dall’alto”, cioè da un punto di vista che ci permette di capire
meglio il “punto di domanda” che stiamo vivendo. Gli autori si sono impegnati
nel dare una prospettiva di ampio respiro e il libro è interessante anche perché
ogni capitolo è scritto da uno studioso di una disciplina diversa (quindi no,
non si parla solo di economia! Ma anche di diritto, sociologia…). Alla
presentazione c’era anche un imprenditore, come a dire: non sono solo i
professori universitari a credere che la crisi sia ancora reversibile! C’è
gente che fa impresa, in Italia, e che ce la fa davvero.
Bene, del libro
non posso dire altro. Ce l’ho in mano ma non l’ho ancora letto però... si è
guadagnato a buon diritto un posto nei miei libri dell’estate e lo consiglio
anche a voi.
[su Amazon.it lo trovi a 7 euro e 50: a summer treat!]
“Il problema non è tornare al primo settembre
2008, così come non si tratta semplicemente di riattivare il motore di una
macchina che si è inceppata. Si tratta di
provare a leggere questa stagione storica, apprezzarne gli aspetti
positivi, ma anche coglierne i limiti. [...] Bisogna cercare di leggere questa
crisi, far ragionare il cervello e tentare strade nuove. Dalla crisi si esce
solo attraverso l’innovazione, non attraverso una restaurazione” dice M.
Magatti in conclusione del suo capitolo (pag. 108).
mercoledì 12 giugno 2013
Italian Lifestyle
“L’Italian Lifestyle è rimboccarsi le maniche…” dice Simone
su Grazia.it Manifesto. Ecco: io nasco così, come blogger. L’ho scritto nel mio
primo post, nel mio manifesto.
Dieci anni vissuti in Svizzera, due in Inghilterra. Due
traslochi internazionali, due tesi di dottorato (io e mio marito), due figli.
Poi il trasferimento inaspettato e il ritorno al punto di partenza: Milano – e un
terzo figlio, milanese doc, nato in questa titubante primavera.
Il rientro? Proprio nell’estate 2011, l’estate in cui la
parola “spread” è entrata nel dizionario della lingua italiana. La crisi, le
immagini dalla Grecia, le incertezze. E tutti (quasi tutti) che ci dicevano:
tornate da dove siete venuti.
Così nasce Mamme in Tempi di Crisi, per testimoniare che è
possibile vivere – non vivacchiare, vivere – a Milano, in Italia, oggi; come
famiglia, come mamma.
Storie di mamme che non si arrendono alla crisi. Interviste
e consigli. Vite di mamme e vite di donne che lavorano. Questo è il mio blog,
che mantiene traccia della mia esperienza di “mamma migrante” nel pubblico
internazionale, al quale di tanto in tanto dedico un post (anche) in inglese.
domenica 9 giugno 2013
La "Libreria Scaldapensieri" (Scaldapensieri bookshop)
Some advice for a "normal" yet magic WE in Milan. Italian below
Image credits: Vivimilano, corriere.it |
An anonymous street in the Southern suburbs of Milan. One of
those streets meant to pass by, not to stop at. And yet, stop in front of
the Scaldapensieri bookshop, walk in, and it will be like entering Narnia.
The booksellers’ knowledgeable advice and their friendly
attitude do make a huge difference and help understand the busy shelves bursting
with books for children and their parents. Their advice is the real
add-on of this place. But you will also find: activities for children and a
place to chat for their mothers, including a breastfeeding corner, which is
fairly rare in Milan.
The girls at the Libreria Scaldapensieri also organize
language courses for children & adults. One of their ideas, as I heard, is
to set up a Chinese class for beginners for children AND their parents (together, I mean). This I find a very good idea! ‘cause it is natural to learn together
with your child – I did this a lot in the UK. I don’t know whether the course
will take off but count me in!
---
La Libreria Scaldapensieri –e mai un nome fu scelto meglio - la trovi in una strada anonima alla periferia sud di Milano, una di quelle strade in cui passare senza fermarsi. E invece, entrateci; e sarà come aver varcato le porte di Narnia.
Il vero valore
aggiunto della Libreria Scaldapensieri sono le bravissime ragazze che la
gestiscono. Si vede che i (tantissimi e coloratissimi) libri sono scelti e che la scelta è ragionata. Tutto un altro mondo rispetto alle grandi librerie del centro.
Le ragazze
organizzano anche attività per bambini, durante le quali le mamme possono
gironzolare per il negozio (come ho fatto io), perdersi tra gli scaffali
colorati da tonnellate di libri e discutere. C’è anche un angolo per allattare –
una rarità, a Milano.
La Libreria
Scaldapensieri offre anche qualche corso di lingua per bimbi e adulti. Una
delle idee che stavano discutendo quando sono stata lì è quella di far partire
un corso di cinese per bambini e genitori (insieme). Questa è una grande idea,
perché è molto naturale imparare con il proprio figlio, come ho avuto modo di
sperimentare in Inghilterra. Speriamo che vada in porto...
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English please,
Letture,
lingue e bambini,
Mamme in tempi di crisi,
Mums at a time of recession
Ubicazione:
Via Don Bosco, 39, 20139 Milano, Italia
venerdì 7 giugno 2013
Di ravanelli e zucche
Finalmente, l’estate. E quel clima appiccicoso che ci si
aspetta da Milano per poter sognare un po’ di spiaggia. Ogni singolo essere
umano che ho incontrato stamattina indossava un paio di sandal aperti; i quali,
evidentemente, scalpitavano nell’armadio da tempo, senza poter uscire.
Bene, con questo clima e per di più al venerdì… Non mi pare
congruo parlare di lavoro. Rimando la terza puntata di “Lavorare stanca”,
dedicato a “Storie e scatti instantanei”, a settimana prossima; e suggerisco
due link sulla Cucina senza sprechi – un must, di questi tempi, e anche un
segno di rispetto per il cibo.
Ho già parlato delle foglie di ravanello, che sono
commestibili. Adesso ho riorganizzato le mie idee e ricette e le ho pubblicate
su Guide di Cucina.
Un’altra idea sulla zucca, che è sempre troppa per mangiarla
in una volta sola, sono i muffin alla zucca di Benedetta Parodi. Stanno
benissimo con il salame, al posto del pane. La zucca si surgela e poi si usa
quando serve.
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Cucina senza sprechi,
Ricette
mercoledì 5 giugno 2013
Lavorare stanca - seconda puntata
Sembra che uno degli aspetti più
importanti per una mamma che lavora sia trovare un equilibrio tra vita professionale e famiglia. Il mio consiglio per
trovare questo equilibrio è...
SMETTI DI CERCARLO.
Già già.
Ma quale equilibrio? Se c'è un bambino, specialmente se piccolo, per casa... Ogni giorno la
vita è diversa e questo è il bello. E affannarsi a trovare soluzioni che vadano
bene per più di una settiùmana sarebbe utopico; giacché, una volta trovata la
soluzione ideale, il problema sarà già scomparso da solo, per lasciar posto ad
altri. Lo dice una che è arrivata a questa consapevolezza dopo essersi
arrovellata per ore, giorni, mesi tentando di controllare tutto…
Equilibrio, però, è una parola che può
avere molti significati. Se significa vivere serenamente, allora, ben venga. Se
significa programmare l'esistenza, non funziona. Soprattutto,
Se significa rinunciare a qualcosa che si
desidera, come mamma, anche come mamma che lavora, come persona, è il primo
passo per "morire dentro".
Invece, proprio in
questi anni in cui la vita si affaccia ogni giorno con una sfida nuova, è bello
rinunciare all'equilibrio “piatto” e vivere di giorno in giorno.
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Lavorare stanca,
Mamme al lavoro
martedì 4 giugno 2013
Lavorare stanca; prima puntata
Tempo fa, ero ospite
(redattrice) nel blog Mamme sull’Arca di Noè, con un gruppo di mamme che derivava
dalla mia pluriennale migrazione in Svizzera. Mi è capitato di rileggere un
post sul mio travagliato e tragicomico rapporto con la vita professionale... Lo
riporto qui! Perché è sempre attuale
anche se allora ero a Londra, e lavoravo in una università super-prestigiosa...
ma in queste cose, tutto il mondo è paese.
Image credits: London Mums News Archives |
“I seminari di
dipartimento, naturalmente, li facciamo nel tardo pomeriggio, cosi’sono comodi per tutti”.
Ma tutti chi? Io nel tardo pomeriggio in genere ritiro I miei due pinguinetti dall’asilo, il grande mi insegna alcune parole in inglese, per esempio “mega-tower”; oppure filosofeggia: “oggi sono stato contento e non ho mai pianto. Ho soffritto [sofferto, ndr] solo due volte”. La piccola, detta “mitile”, salta in braccio e si attacca come una cozza alle mie spalle dalle 18 alle 20 circa, mentre io cerco di cucinare una cena vagamente piu’ healthy del pranzo che fanno all’asilo inglese (non ci vuole molto, per la verita’, a vincere questa sfida: ho scelto di giocare facile). Nei giorni buoni, verso le 19 arriva papa’ migrante e talvolta si assiste alla migrazione del piccolo mitile tra le braccia del papa’, cosi’ posso apparecchiare con 10 kg in meno in braccio.
Come posso perdermi questo momento di vita? Primo. E, secondo, anche se, per delirio di ipotesi, decidessi di perdermelo, dove metto il filosofo e il mitile dalle 18 alle 19? Papa’ migrante appare restio a dare la sua disponibilita’ per tornare un’ora prima. Sono ormai rassegnata a tagliarmi fuori dal social network del dipartimento con qualche scusa improbabile (per esempio, sono stata morsa da uno scoiattolo e ho dovuto correre a fare le vaccinazioni anti-rabbia? Come vi sembra questa?)
Ecco che l’inaspettato accade. La mia bravissima ragazza alla pari di questa estate, che i miei figli adorano, rimane a Londra (in altro alloggio) per un mese e si offre di aiutarmi. Quindi, almeno il 7 ottobre, andro’ al seminario: lei preleva filosofo e mitile e li traghetta verso casa in attesa dell’arrivo di papa’ migrante. I miei figli esulteranno perche’, appunto, lei e’ “un’amica”. E io mi travestiro’ da accademico normale.
Oggi in effetti ricevo la fatidica e-mail che aspettavo dal mio collega di riferimento qui a Londra: “immagino che ci vedremo al seminario di dipartimento”. Mentre rispondo “Definitely, I will come to the seminar. I could not miss this great occasion!” e penso “gosh, c’era una possibilita’ su un miliardo che io fossi presente, abbiamo vinto alla lotteria” mi sento veramente la quintessenza della mamma lavoratrice.
Ma tutti chi? Io nel tardo pomeriggio in genere ritiro I miei due pinguinetti dall’asilo, il grande mi insegna alcune parole in inglese, per esempio “mega-tower”; oppure filosofeggia: “oggi sono stato contento e non ho mai pianto. Ho soffritto [sofferto, ndr] solo due volte”. La piccola, detta “mitile”, salta in braccio e si attacca come una cozza alle mie spalle dalle 18 alle 20 circa, mentre io cerco di cucinare una cena vagamente piu’ healthy del pranzo che fanno all’asilo inglese (non ci vuole molto, per la verita’, a vincere questa sfida: ho scelto di giocare facile). Nei giorni buoni, verso le 19 arriva papa’ migrante e talvolta si assiste alla migrazione del piccolo mitile tra le braccia del papa’, cosi’ posso apparecchiare con 10 kg in meno in braccio.
Come posso perdermi questo momento di vita? Primo. E, secondo, anche se, per delirio di ipotesi, decidessi di perdermelo, dove metto il filosofo e il mitile dalle 18 alle 19? Papa’ migrante appare restio a dare la sua disponibilita’ per tornare un’ora prima. Sono ormai rassegnata a tagliarmi fuori dal social network del dipartimento con qualche scusa improbabile (per esempio, sono stata morsa da uno scoiattolo e ho dovuto correre a fare le vaccinazioni anti-rabbia? Come vi sembra questa?)
Ecco che l’inaspettato accade. La mia bravissima ragazza alla pari di questa estate, che i miei figli adorano, rimane a Londra (in altro alloggio) per un mese e si offre di aiutarmi. Quindi, almeno il 7 ottobre, andro’ al seminario: lei preleva filosofo e mitile e li traghetta verso casa in attesa dell’arrivo di papa’ migrante. I miei figli esulteranno perche’, appunto, lei e’ “un’amica”. E io mi travestiro’ da accademico normale.
Oggi in effetti ricevo la fatidica e-mail che aspettavo dal mio collega di riferimento qui a Londra: “immagino che ci vedremo al seminario di dipartimento”. Mentre rispondo “Definitely, I will come to the seminar. I could not miss this great occasion!” e penso “gosh, c’era una possibilita’ su un miliardo che io fossi presente, abbiamo vinto alla lotteria” mi sento veramente la quintessenza della mamma lavoratrice.
E con questo
vorrei aprire la nuova rubrica per cui prendo in prestito un bel titolo di
Pavese, “Lavorare stanca”. Son quelle cose banali, ma vere.
Lavorare da mamma
stanca al quadrato. In queste cose la crisi è perenne. Meglio
allora seguire qualche saggio consiglio della vostra Mamma Migrante, che ha all’attivo
5 anni e 10 mesi esatti oggi di lotta in trincea (si intende, tra lavoro e
figli): una veterana, praticamente.
Alla prossima!
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Mamme al lavoro
lunedì 3 giugno 2013
co-working per l'estate!
Dopo la nascita di Fagiolo, un'amica mi ha regalato una giornata di co-working presso Piano C, che non conoscevo. Non ci sono ancora stata perché vorrei godermi una giornata di lavoro e non passare il tempo allattando e/o cullando Fagiolo con le coliche... come sto facendo adesso (con l'unico dito libero scrivo questo post, e scusate se sottolineo la dedizione al blog).
Insomma ancora non ci sono stata e già mi ha incuriosita. Gli altri siti di co-working che ho visitato sembravano più anonimi, 'spazi in affitto'; non ho mai avuto la tentazione di iscrivermi. Qui si parla di community; hanno pensato ai figli, alla spesa; hanno pensato alla formazione... Sarà qui quello che cerco, che tante cercano, un ufficio un pochino più vicino alla realtà reale? Ma che al contempo apra gli occhi e la mente con idee di formazione, eventi, iniziative?
Per scoprirlo, devo aspettare che cresca Fagiolo, poi andrò in missione speciale e vi farò sapere. Nel frattempo, facendomi quasi (ho detto quasi) invidiare quelli che sono al lavoro in questi mesi, cosa si sono inventati? Il co-working in riva al lago - per così dire, cioè all'Idroscalo. Guardate il sito e prenotate!!! Solo per questa idea, meritano di essere menzionati.
Dal 10 giugno al 10 agosto è SUMMER C!
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