ENGLISH VERSION BELOW!
Abbiamo visitato per voi la panetteria “Da Debora”,
in Piazza Salgari a Milano. [“Abbiamo” non è un plurale maiestatis, intendo
dire io e Fagiolo, il blogger di meno di due mesi d’età].
Non fermatevi a pane, focaccia e pizze. Io
consiglio i dolci fatti a mano da Debora, soprattutto l’insuperato salame di
cioccolato, che mio figlio cinquenne usa come punto di riferimento universale
per misurare la qualità di tutti i dolci del pianeta. E poi i ravioli di
borragine che arrivano da un fornitore ligure (che meriterebbe un racconto a
parte...).
È una storia ordinaria; e, per questo, coinvolgente. È la storia di Debora, che aveva il
sogno di aprire una sua panetteria, che ha fatto la scuola di panificatore, ha
lavorato come dipendente più di vent’anni e, alla fine, ha aperto il suo
negozio in Piazza Salgari a Milano alcuni mesi fa, proprio in piena crisi. Di lei
colpisce lo sguardo ridente, che appena emerge da dietro il bancone. Non si può
non comprare il pane a uno sguardo così, che fa subito famiglia, casa, quotidianità.
Vederla aperta la sera tardi, saperla lì dal mattino alle sette meno un quarto,
è di conforto, prima e dopo il lavoro.
Non è che sia “fuori
pericolo” o che non senta la crisi: dice che quest’anno si fa fatica, che deve
lavorare tanto. E si sente in lei più la fatica, un interrogativo, unica ombra
del suo sorriso, per il poco tempo che le resta per stare con sua figlia. E
questo è il lato negativo della storia.
Il lato positivo è
vedere una ragazza e una mamma che ha realizzato il suo sogno, come dice lei. E
che, in quest’ultimo anno, vivendo a contatto con la quotidianità di tante
persone diverse per storie personali e provenienze, ha aggiunto alla sua
professionalità una capacità di ascolto
paziente e comprensivo che, dice, è necessaria, perché la gente fa fatica e
molti si rivolgono a lei per raccontare della loro fatica. Chi perde il lavoro,
chi si vede ridurre le ore. Ancora più di prima, Debora è un punto di
riferimento quotidiano.
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Debora and her “daily
bread” - (Less-than-ideal) English
please. Just a note: this is not
a translation because I do not like translating my own words.
We
(less-than-two-months-old blogger “Fagiolo” and me) have visited a bakery for
you: Panetteria da Debora, Piazza Salgari. We now have a story to tell about a
mum at a time of recession.
Featured items: beyond
bread, focaccia, home-made pasta (ravioli di borragine) coming from Liguria, do
try the very tasty cakes baked by Debora at home, like the yummy “chocolate
salami”, which my 5-year old considers the best cake ever.
This is an ordinary story. And because it is ordinary, it is
inspiring. Some months ago, with the recession already hitting, Debora courageously
went for her long-dreamed dream and opened her own bakery shop. She smilingly
gazes at you from behind the desk, reminding you of home, family, in a word: of
daily bread. She is there when you go to work and she is there when you come
back late at night, providing you with comfort food when you really need it.
It is not that she is not hit by the recession. You can feel
it, she says, especially this year. And I can see a shadow in her eyes, because
she is working long hours, and she only has little time to spend with her
daughter at home. And that is the sad part of the story – which, as we all
hope, will change when recession will be gone.
The good part is that Debora is a girl and a mum whose dream
has come true, as she says, in the face of recession. A mum who has added a new
(profound and rare) capacity to her portfolio this year: she can listen. Jobs are cut, people cannot pay
their bills and get nervous. And often they talk to Debora at the bakery; she
is now, more than ever, a comfort corner for the neighbourhood.