lunedì 18 febbraio 2013

Progettare pranzi e cene

Sembra che sia utile, per risparmiare, progettare i pranzi e le cene della settimana (con un po' di carità verso se stesse… perché, poi, gli imprevisti ci sono sempre…). Comunque è vero, almeno per me, che si tende ad accumulare cibo in dispensa, che ci sono spesso avanzi che vengono buttati e che un po’ di progettazione anticipata non può fare male…

 

Dal sito www.netmums.co.uk ho scaricato un “meal planner”, un template simpatico da stampare e completare con i menu della settimana! Lo si trova qui: http://l.nmimg.net/images/familymealplanner.pdf

domenica 17 febbraio 2013

Una mamma che combatte la crisi

Una persona mi ha fatto cambiare idea sul lavoro autonomo e sul risparmio in tempi di crisi. Si tratta di una ragazza che in questo momento sembra sia diventata celeberrima – ma deve averne passate, prima. Si chiama Stefania Rossini e vive in campagna. Prima lavorava part-time in una salumeria (una sorta di pena del contrappasso per lei, che è vegetariana). Poi si è vista costretta a lasciare il lavoro (3 figli, uno stipendio che non paga la baby sitter… insomma, le solite cose) e si è trasformata in una donna capace di “vivere con 5 euro al giorno”, come annuncia il titolo del suo libro. Io non ho il libro ma ho letto attentamente il blog: naturalmente stefy. Lo consiglio davvero: una fonte di ispirazione.

No, io non sono il tipo da scagliarmi contro gli eccessi della società moderna; e credo che se fossi stata vegetariana, mio marito non mi avrebbe MAI sposato, giacché per lui il reparto salumeria del supermercato è un luogo sacro, in cui entrare con la stessa devozione con cui ci si affaccerebbe a un santuario; si ritiene necessario dare una piccola offerta (possibilmente in cambio di un salame).

Però “la Stefi” mi ha convinto. Io prima pensavo che chi lascia il lavoro deve avere “un’alternativa”, in termini di entrata monetaria. Lei invece mostra che il risparmio è il primo guadagno. E quello che lei ha attuato su ampia scala – una vita davvero dedicata al 100% a una gestione autonoma – si può attuare in modo parziale. In fondo, perché no.

Fu così che ho ripreso in mano l’uncinetto, dopo circa 20 anni, cioè l’ultima volta che l’ho usato facevo le scuole medie (ma cosa importa? avete presente quanto costano cappelli e sciarpe in lana per bambini?); salvo il fatto che, come Penelope, continuo a disfare la mia tela, non tanto per ragioni strategiche (non si avvistano Proci) quanto perché continuo a lasciar cadere maglie. Comunque ho prodotto una fascetta copri-orecchie per l’inverno per mia figlia, che ha apprezzato, dato che, come dice lei, “è viola, quindi è bella” e una sciarpa bianca e blu per il mio figlio grande.

Anche in cucina, si può prendere ispirazione per un sacco di idee, dipende solo dal tempo a disposizione. Inoltre, ha ragione Stefi, molte cose le abbiamo semplicemente dimenticate: compriamo I ravanelli al supermercato, già imbustati, e non ci ricordiamo nemmeno che si tratta di una radice, che cresce con delle foglie. Verità illuminante. Così, dopo aver spedito I miei figli e il nonno F all’Ortomercato (beh io non abito in campagna Stefi…) dove si sono procurati una cassetta enorme di ravanelli a 3 euro, ho riscoperto, sempre grazie alla Stefi, che le foglie verdi sono commestibili (guarda il post qui). Commestibili e anche buone!

Io ci ho fatto un pesto, adattando la ricetta da qui: Foto&Fornelli ed è stato molto apprezzato (il gusto è più deciso del pesto “classico” ma è una variante da provare! Io ho usato le noci al posto degli anarcardi). Poi le ho cotte in padella, mettendole in una ricetta di tortini alle alici e pangrattato, dove in teoria avrei dovuto mettere delle erbette; ma mi è parsa un’alternativa valida.

Il nonno F, per la cronaca, ha invece tentato una salsa verde per condire le carni; mentre altre fonti parlano di ottime frittate (CucinaPrecaria). Insomma, dal punto di vista “verduristico”, abbiamo vissuto per giorni alle spalle dei ravanelli…