Una dei nuovi responsabili di Yahoo, quella di cui l’anno scorso non si finiva di parlare perché era stata assunta in un ruolo così importante pur essendo al terzo mese di gravidanza… Ha stabilito che non si possa più lavorare da casa (fino a giugno), ovviamente scatenando polemiche perché il telelavoro è una delle strategie usate per conciliare vita familiare e vita professionale.
Una volta l’avrei trovato deprimente,
e basta. Adesso ho seri dubbi sull’efficacia di queste misure, soprattutto dopo
aver letto il libro di Lynda Gratton: “THE SHIFT – future of work is already
here” (tradotto in italiano per Il Saggiatore come “Il salto. Reinventarsi un
lavoro al tempo della crisi”).
La Gratton usa un argomento, fra gli altri, su
cui non avevo mai riflettuto: in tempi di crisi energetica, in cui si misurano
le “carbon footprints”, insomma in cui si è sempre più attenti alle conseguenze
ambientali degli spostamenti e il lavoro è sempre più “globalizzato”… il telelavoro aumenterà nel futuro (e questo,
come effetto collaterale, dovrebbe aiutare le mamme nella crisi perenne della conciliazione lavoro-famiglia).
Cantami, o diva... E cosa trovo stamattina? Lo stesso
argomento nella rivista Forbes, che definisce la scelta di Yahoo un “epic fail”,
un fallimento epico: leggi l'articolo di Forbes qui!
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